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La chiesa

La bellissima Chiesa di San Giovanni si trova proprio di fronte al Palazzo Palazzi Trivelli, dall'altra parte della Piazza dedicata a San Giovanni.

Le prime notizie della chiesa risalgono al XII secolo, il perimetro medievale è ancora visibile come parte della struttura originaria.

L'attuale struttura risale ad un rifacimento eseguito nel 1500 su progetto di Girolamo Casotti.

La facciata, che risale al XVI secolo, è incompiuta, ma quando si entra all'interno della chiesa si rimane incantati: l'interno conserva infatti prestigiose opere d’arte.

Nel catino absidale, un importante affresco di Paolo Guidotti, eseguito nel 1613, raffigura La Resurrezione di Cristo.

I dipinti della cupola ( Visione di San Giovanni Evangelista, 1613), sono del parmense Sisto Badalocchio, già allievo a Roma di Annibale Carracci; il primo artista, in anticipo sulle imprese romane del suo collega Lanfranco, a sperimentare in senso moderno le aperture di cielo illusionistiche operate in Parma dal Correggio.

Chiesa di San Giovanni Evangelista

Prospetto principale della Chiesa di San Giovannino

Nella volta della navata centrale sono racchiuse, in ardite prospettive illusionistiche del bresciano Tommaso Sandrini, gli affreschi di Lorenzo Franchi (1614): la San Giovanni Evangelista,  gli Angeli delle sette trombe e la Sconfitta del Demonio.

Ai lati del presbiterio sono collocate due grandi e imponenti tele eseguite nel 1624  da Alessandro Tiarini: Il Transito di San Giovanni e il Martirio di San Giovanni e sono tra le più significative dell'artista.

E’, infine, attribuibile a Guido Mazzoni, l’imponente gruppo scultoreo in terracotta del XVI secolo, nella cappella di sinistra, costituito da sette statue poste intorno al Cristo morto (probabilmente di un altro autore).

La sagrestia contiene una bella collezione di cimeli databili dal 1600 al 1800.

La chiesa di San Giovanni Evangelista, che si affaccia sulla residenza dei conti Palazzi Trivelli, fu messa all'asta dal Governo provvisorio e acquistata da Luigi Trivelli per 2.119 lire; fu poi chiusa il 1 luglio 1808 dopo essere stata privata del titolo parrocchiale per legge del 22 giugno 1805. Luigi Trivelli, fervente sostenitore della politica napoleonica, volle farne la cappella privata di famiglia.

In tempi di Restaurazione ed seguito alla ricostituzione delle antiche parrocchie voluta dal vescovo Francesco Maria d'Este, sostenuto dal duca Francesco IV, la Curia chiese la restituzione dell’edificio sacro: seguì una causa che ne confermò la proprietà alla famiglia di Palazzi Trivelli, che però concesse l'uso temporaneo della chiesa di San Giovanni Evangelista per ospitare l'officio della parrocchiale di San Zenone, in restauro, fino al 1882.

Nel 1896 il conte Ferrante Palazzi Trivelli concesse in uso alla Confraternita dell’Immacolata Concezione e San Francesco la chiesa, purché i confratelli provvedessero ad ogni necessità di manutenzione e restauro, nonché ad una messa ogni giorno in suo ricordo.

Lo scontro con il potere consolidato nel secondo decennio del XIX secolo, vinto dai Trivelli, dimostrò l’indiscusso potere della famiglia, confermato anche da una importante operazione urbanistico-architettonica che, avviata dal 1824 dal conte Giacomo Trivelli, progressivamente, porterà all'attuale assetto del Palazzo e della stessa Piazza di San Giovanni.

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